La maggioranza dei gruppi passa attraverso un processo
composto da quattro STADI
Ciascuno stadio è necessario per la riuscita.
La Pseudocomunità è
il primo stadio. Il gruppo è educato e non molto autentico. Alcuni
gruppi si comportano come se fossero comunità e cercano di
evidenziare le similitudini tra i membri. Le differenze sono
ignorate.
Il Caos è il
secondo stadio. In questa fase il gruppo non ignora più le
differenze; gli individui cercano di convertire gli altri al proprio
modo di pensare. Di solito i membri del gruppo non si ascoltano
reciprocamente, c’è confusione. Il gruppo si rende conto delle
differenze ma cerca ancora di obliterarle: Ci sono solo due modi che
conducono fuori dal caos, uno è l’organizzazione e l’altro è lo
svuotamento.
Lo Svuotamento è
il terzo stadio. Durante questa fase gli individui incominciano a
esaminare
le proprie barriere e ostacoli alla comunicazione
autentica. Questi ostacoli possono comprendere aspettative e
preconcetti, pregiudizi o l’attaccamento alle proprie credenze, il
bisogno di controllare o di risolvere i problemi degli altri, ecc.
Caratteristiche di questo stadio
sono l’ascolto attento, una condivisione autentica e
periodi di profondo silenzio.
La Comunità è
la meta. Quando questo stadio è raggiunto una vasta gamma di
emozioni può essere espressa. Anche se la comunità è la meta, non
è qualcosa di statico che una volta raggiunta non cambia più. La
comunità può essere palpabile per alcuni e più sottile per altri.
Un gruppo si può trovare in uno stato molto profondo di
comunità, ma ci può essere qualcuno che non si sente parte del
gruppo. La comunità non è sempre sperimentata da tutti nello stesso
momento.
Questi stadi del processo non sono lineari; non si
susseguono necessariamente con questo ordine preciso. Un gruppo può
toccare lo svuotamento e poi ritornare velocemente al caos.
Oppure un gruppo nel caos può tornare
indietro ad una forma ancora più raffinata di pseudocomunità. Il
Community Building è
un processo dinamico. Identificare gli stadi può servire per capire
sia il processo che il gruppo deve attraversare per diventare
comunità, sia il comportamento degli individui durante il processo
stesso.
Nel CERCHIO della FIDUCIA il numero dei partecipanti è ridotto -si può lavorare anche con piccoli gruppi da 5 a 10 persone e per un tempo minore- e dunque il processo sopracitato sarà più lento, avverrà con modalità differenti, per così dire più dolci e sfumate, e ci sarà bisogno di un certo numero di incontri per raggiungere la comunità.
Nella mia esperienza di certo la terza fase è la più sofferta...ma vale assolutamente la pena di attraversarla!
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