lunedì 22 ottobre 2012


Il pellegrino è colui che cerca 
accettando l'incalcolabile rischio 
di trovare veramente.
Perché trovare significa 
non essere più quello che eri prima,
è cambiare, morire per rinascere.

  Antoine de Saint Exupéry

domenica 21 ottobre 2012


TORINO
IL MUTAMENTO ZONA CASTALIA
e
TEATRO POPOLARE EUROPEO
presentano
INFINE 2012

l’arte della trasformazione - la trasformazione dell’arte
                                                                         Un progetto di arte, cultura e comunità
per riconciliarsi con la morte e rifondare la comunità

III edizione

30 ottobre - 1 novembre 2012
Torino


da un’idea di Il Mutamento Zona Castalia e Teatro Popolare Europeo

31 ottobre e 1 novembre a SAN PIETRO IN VINCOLI ZONA TEATRO, Via San Pietro in Vincoli 28, Torino
con
Meridiano Zero Teatro (Sassari)
Il Mutamento Zona Castalia
Compagnia Il Melarancio (Cuneo)
Residenza Multidisciplinare Storie di altri Mondi e Serena Cossotto
Sandra Parolin
Rossana Cisterna  (Spello –PG)
Dokuro (Oakland –USA)
Orlando Manfredi …e altri

INFINE si propone di dare forma artistica, culturale e comunitaria all’esperienza umana della perdita con una riflessione non solo teorica sul tema della trasformazione e del cambiamento, da proporre in occasione della Festa dei Morti.
Nell’arco di alcune giornate INFINE realizzerà una serie di azioni culturali ed artistiche su più territori, che hanno come finalità la riconciliazione con la morte e lo sviluppo di comunità.
In ciascuno dei territori interessati i soggetti aderenti al progetto realizzeranno azioni differenti (spettacoli, feste, seminari, workshop, incontri musicali, testimonianze) secondo un programma che consentirà, a chi lo desideri, la partecipazione a tutti i momenti, promuovendo lo spostamento del pubblico e delle comunità dal proprio ad altri territori.
L'edizione 2012 di INFINE, prevede, oltre al tradizionale momento di condivisione comunitaria, reading e spettacoli a tema ed il coinvolgimento di bambini, ragazzi e adulti del territorio della Circoscrizione 7 e della città di Torino.

Per informazioni:
Tel +39 011 484944

M. Scott Peck


M. Scott Peck



Ideatore del Community Building e fondatore della F.C.E (fondazione per l’incoraggiamento della comunità). Psichiatra e psicoterapeuta di fama internazionale, insignito di vari riconoscimenti per la sua attività di pacifista. Autore di numerosi saggi che hanno appassionato miglioni di lettori in tutto il mondo; tra i più significativi ricordiamo Voglia di bene, best seller pubblicato negli anni ‘70) e Vivere di pace in cui tratta specificamente il tema della comunità e del community building (entrambi editi da Frassinelli).


Alcuni passi ci ricordano il suo pensiero:

Nelle vere comunità in cui ho partecipato saranno state prese più di un migliaio di decisioni di gruppo, eppure non ho mai assistito a una votazione. Non intendo con ciò dire che si possa o si debba smontare l’impianto democratico, né che vada abolita l’organizzazione. Intendo soltanto che una comunità trascendendo le differenze individuali va normalmente al di là della democrazia.
Esiste un’unica parola per definire questo processo di trascendimento: ‘consenso’. In una vera comunità si arriva alle decisioni soltanto attraverso il consenso, mediante un processo che non è molto diverso da quello che ha luogo in una giuria cui è ufficialmente richiesto di decidere all’unanimità. E tuttavia come è mai possibile che un gruppo in cui è incoraggiata l’individualità, in cui fioriscono le differenze individuali, possa arrivare al consenso?
Anche se sviluppassimo un linguaggio più ricco per descrivere i meccanismi di una comunità, dubito che troveremo mai una formula per definire il processo da cui scaturisce il consenso.
Questo processo è di per sè un’avventura in cui è intrinseco qualcosa di mistico, quasi di magico.”
(Vivere di pace, pag.55)



...La resa emozionale di un gruppo, può essere, proprio come la morte fisica di alcuni individui, rapida e serena o protrarsi in una lunga agonia. Tuttavia, improvvisamente o per gradi, tutti i gruppi a cui ho partecipato sono riusciti alla fine a completare, a portare a termine questa morte. Tutti hanno dovuto attraversare il vuoto, il tempo del sacrificio, per raggiungere la comunità, lanciando uno splendido messaggio allo spirito umano.
Questo messaggio ci dice che nelle giuste circostanze e grazie alla conoscenza di regole precise, a livello simbolico, ma non meno reale, noi essere umani siamo capaci di morire gli uni per gli altri.
( idem pag.97)


... Paradossalmente, quindi, un gruppo di persone acquista la capacita di curare e convertire soltanto quando i suoi membri hanno imparato a smettere di cercare di curare e convertire.
Una comunità è un luogo sicuro proprio perché nessuno tenta di curare o convertire gli altri, di metterli a posto, di cambiarli. Al contrario, i suoi membri si accettano per quello che sono. Ciascuno è libero di essere se stesso e grazie a questa libertà può abbandonare le proprie difese, la propria maschera, i propri travestimenti. In questo modo ciascuno è libero di cercare il proprio equilibrio psicologico e spirituale, libero di realizzare se stesso in tutta la propria interezza e santità.
(pag.60-61)

Il Sogno


Il Sogno


“Nel cuore di ognuno c’è un desiderio di pace.
Le ferite emotive e le esperienze di rifiuto vissute nella nostra esistenza ci hanno resi timorosi e diffidenti nei confronti degli altri. Cauti nell’aprirci e nel correre rischi.
Le nostre paure ci fanno percepire il sogno della comunità come pura chimera.
Ma ci sono regole con le quali le persone possono ritornare a stare insieme, guarire vecchie ferite, sperimentare la comunicazione autentica.
La nostra missione è quella di insegnare queste regole affinché la speranza diventi reale, affinché il sogno si possa manifestare in un mondo che ha quasi dimenticato la gloria di cosa significa essere umani.”


Dal “Philosophy statement” della FCE.

"There is a yearning in the heart for peace. Because of the wounds and rejections we have received in past relationships, we are frightened by the risk of disarming ourselves. In our fear, we discount the dream of authentic community as merely visionary. But there are rules by which people can come back together, and by which the old wounds can be healed. It is the mission of FCE to teach these rules-to make hope real again-to make the vision actually manifest in a world which has almost forgotten the glory of what it means to be human."